| 5.VODKA-FRAGOLA-LEMON
Immaginando già la mia testa come centrotavola, evitai di uscire in moto, Gustave aveva detto che potevo uscire ma che sarei dovuta rientrare presto e che dovevo assolutamente evitare locali mondani, magari un qualche posto anche se sperduto per evitare i media. Così scesi in garage, decisi di uscire con la mia BMW serie 1 120 Bianca cambio automatico, visto che avevo solo una mano funzionante al 100%, lo so sono fissata con i motori, comunque, percorsi il lungo viale della villa arrivando al cancello che si richiuse immediatamente dietro le mie spalle, Alessandra mi aveva detto che abitava in un quartiere ad una decina di Km da me, lanciai la mia BMW lungo le strade milanesi e raggiunsi l’indirizzo predestinato in una decina di minuti. Scesi dall’auto, mi guardai attorno, abbassai il cappello in modo che coprisse di più gli occhiali così d’avere solo una parte di viso fuori, come mi ha insegnato Gustave fin da quando, presa la patente, iniziai ad uscire per affari miei. Il quartiere non era dei più ricchi, ma nemmeno situato in quelle zone tipo Bronx a New York, erano tutti condomini, tutti uguali si distinguevano solo dall’altezza, la zona non era molto illuminata (e per motivi tecnici dovevo tenere occhiali da sole) e qua e la si sentivano miagolii vari. Guardai il mio look, avevo scelto qualcosa di semplice un paio di pantaloni neri, le Converse nere e una canotta bianca, avevo pensato di portare la ragazza fuori Milano in un locale dove tutti si facevano gli affari propri e potevi parlare tranquillamente, e potevo togliermi gli occhiali almeno!! Sentii la maniglia del portone alle mie spalle abbassarsi, poi vidi Alessandra uscire e sorridermi “ciao, scusa il ritardo non pensavo fossi già arrivata”. Era bellissima, nonostante non avesse vestiti firmati o collezioni particolari addosso, stava divinamente, portava una gonna a scacchi neri e bianchi e una camicia maniche corte bianca. Le sorrisi a mia volta “tranquilla sono appena arrivata, dai Sali…” la notai fermarsi un attimo ad osservare quasi sognante la mia auto, “sarei passata in moto ma avrei avuto difficoltà” alzai il polso sinistro bloccato da una polsiera nera. Presi velocemente l’autostrada che portava su un paesino fuori Milano, Alessandra non doveva essere abituata all’alta velocità perché la vidi un po’ tesa mentre la mia auto scorrazzava in autostrada. Il viaggio continuò in una sorta di silenzio, c’era imbarazzo da entrambe le parti, lo si sentiva nell’aria. Arrivai in un locale un po’ sperduto, la luce al neon che costruiva la scritta LE DUE LUNE faceva bella mostra davanti l’ingresso accogliendo la clientela. Non che quel posto fosse continuamente pieno, ma almeno lì la gente si faceva tranquillamente gli affari propri, tranne il proprietario Gianni, ormai eravamo amici, conosceva la mia identità ma non l’aveva mai diffusa in giro vantandosene o cose simili.. Quante volte mi sono presentata qui così per stare in mezzo a gente senza dita puntate, pensate una volta avevo nascosto i capelli sotto alla bandana, un paio di lenti colorate castano, e un paio d’occhiali da vista finti ed avevo iniziato a servire ai tavoli, se mia madre fosse venuta a scoprirlo penso che come minimo mi avrebbe uccisa. Entrai nel locale, seguita da Alessandra, mi avvicinai al bancone aspettando Gianni: - Lo so, non è gran che qui…però è tranquillo.- dissi togliendo occhiali da sole. -tranquilla, immagino che per te la vita non sia proprio semplice…come fai a uscire con tuoi amici?- Ricordo molto bene quella domanda, fu quasi una pugnalata, Amici, abbassai un attimo lo sguardo feci un respiro profondo per risponderle quando dal retro uscì Gianni: - Michela…ciao….come stai? Ero parecchio preoccupato per te- continuò ancora per un paio di minuti, sembrava un padre preoccupato per quello che era successo alla propria figlia., ecco lui si preoccupava veramente per me, più volte vedendomi depressa mi ha offerto una buona vodka-fragola-lemon…l’alcool cancella momentaneamente il dolore, però intanto c’era l’attimo di pace. Sapeva bene quanto mi sentissi sola, quanto volessi trovare un rapporto. Voi starete certamente pensando ai ragazzi? Beh, di flirt ce ne sono stati, ma tutti quanti esaltati,magari figli di industriali che pensavano solo ad una futura unione con una contessa, al diavolo. Gianni continuava a far domande, poi si bloccò vedendo la ragazza di fianco a me: - eh tu? Sei un’amica di Michela?- il suo tono era quasi severo. -Si…si…sono una sua amica- Alessandra era un po’ titubante da come l’uomo di fronte a lei aveva cambiato umore così velocemente. - Gianni, lei è più di una amica…se sono qui ora è merito suo…ha assistito all’incidente e mi ha prestato soccorso, e mi ha difesa da certe foto, anche se ne girano comunque in rete- Solo allora Alessandra si rilassò, era cambiata, era più…felice, allora ne fui certa, lei voleva la mia amicizia, non il mio nome! -Gianni…due Vodka-fragola-lemon, e questa volta non per dimenticare, ma per festeggiare!-
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